Tuesday, October 04, 2005

La lettera

Torno a casa dopo una giornata di lavoro di quelle in cui i minuti si dilatano oltre la percezione umana e trovo tutti i miei coinquilini pericolosamente assiepati intorno alla mia scrivania, un bel pezzo di antiquariato, larga abbastanza da contenere decine e decine di ammenicoli.
Carmilla: “Cosa state facendo?”
L’effetto sorpresa è devastante. Teo, Ruthven e Muriel sobbalzano spaventati e si allontanano frettolosamente dal luogo del reato. Un tonfo attutito rivela la presenza del Giocatore di Football senza Volto che si è malamente dileguato.
Mi avvicino. Il mio computer è acceso.

Tutti abbiamo delle debolezze. Io sono gelosa del mio computer. E, soprattutto, credo che sia legittimo non desiderare che la mia tastiera color argento con i lussuriosi tasti retroilluminabili venga adoperata con zampe unghiose, becchi appuntiti o zoccoli ovini.

Li guardo con sdegno, poi colpisco senza pensare agli inevitabili rimorsi.
Carmilla: “Non mi piace che usiate il mio computer. Avete una casa intera a disposizione per passare le vostre giornate, perché dovete rompere l'unica cosa che abbia portato io qui dentro?"
Tutti si guardano i piedi e non rispondono. Forse ho esagerato. Muriel sta per piangere.
Carmilla: "Se avete bisogno di utilizzare internet basta che me lo diciate. Aspettate che io torni e cerchiamo insieme quello che vi serve. Posso sapere cosa c'era di così urgente da non poter rimandare di un paio d'ore? Ruthven doveva cercare delle foto di Kate Beckinsale nuda?"
Continuano a non rispondere, inizio a preoccuparmi davvero.
Carmilla: “Allora?”
Teodoro: "Vedi, Carmilla non è che fosse urgente... E' che dovevamo farlo prima che tu tornassi"
Ipotesi apocalittiche prendono forma nella mia immaginazione.
Carmilla: "Non capisco..."
Ruthven: "Tu non saresti stata d'accordo"
Carmilla: "Non sarei stata d'accordo SU COSA, per la precisione?"
Teodoro: "Abbiamo usato la posta, Carmilla. Muriel voleva sapere se Henri ci avesse scritto. Anzi no, la verità è che tutti volevamo saperlo"


Ora tutto si spiega: Henri
Che io lo voglia o meno, qualcosa di lui è rimasto in questa casa. Del resto i fantasmi e le creature non umane in generale ragionano in termini temporali diversi dai nostri. Per loro pochi mesi sono un soffio.
Il problema è che mi sto adeguando ai loro parametri e che, diciamolo, ho sempre avuto il vizio perverso di guardare i rapporti in un'ottica fin troppo di lungo raggio.
E quindi, in fondo, anche a me sembra ieri che Henri fosse qui a farsi vezzeggiare da tutti. Mi immalinconisco, e cerco consolazione sulla mia poltrona preferita, in salotto.
Teodoro mi raggiunge timidamente.
Carmilla: "Teo, che bisogno c’era di fare tutto di nascosto?"
Teodoro: "Credo che tu possa immaginarlo... Hai detto che non volevi più sentir parlare di Henri e noi ci siamo organizzati di conseguenza. Ma noi siamo suoi amici e volevamo avere sue notizie. Così abbiamo pensato di fare tutto mentre eri via"
Mi sento un po’ in colpa. Li ho rimproverati come un’istitutrice isterica mentre cercavano soltanto di essere delicati nei miei confronti.
E’ anche vero che mi secca terribilmente che mi trattino come una vedova inconsolabile. Ma forse mi secca ancora di più ammettere che
la presenza di Henri, anche solo nei nostri discorsi, mi turbi.

Carmilla: "Va bene, va bene, Henri era dolcissimo e simpaticissimo. Peccato che fosse uno stronzo e che io abbia qualche difficoltà a soprassedere su questa sua caratteristica. Un giorno mi passerà e non ci penserò più ma per adesso non ho la minima intenzione di perdonarlo. Comunque è una cosa che riguarda me e lui e basta. Non voglio condizionarvi, se volete parlargli o mettervi in contatto con lui fate pure, siete liberissimi e, soprattutto, a me non importa assolutamente nulla"
Teodoro mi guarda senza fare il minimo sforzo per nascondere il suo scetticismo sulla mia ultima affermazione.
Teodoro: “Innanzitutto i fantasmi non sono mai liberi, Carmilla. In secondo luogo... va beh, lasciamo perdere. Ma a te non manca mai? Non ti chiedi dove sia, cosa stia facendo?”
Giro la testa dall'altra parte.
Carmilla: "Non voglio saperlo Teo. Non voglio sapere più nulla di lui"
Teodoro: "Va bene, come vuoi. Ci leggiamo un racconto di Hammett?"
Carmilla: "Perché no?"
...
Carmilla: “Teodoro...”
Teodoro: "Sì?"
Carmilla: "Ma poi...
aveva scritto Henri?"