Tuesday, May 13, 2008

Bisogna avere stile (anche nei momenti peggiori) [parte seconda]

La signora, in effetti, ha l'aria di essere un tipo affascinante.
Forse non è proprio una bellezza tradizionale ma sa come richiamare su di sè l'attenzione.
Signora elegante: "Posso aiutarvi?" Lo chiede con l'amabilità discutibile di chi si concede ad un pubblico.
Ruthven prende in mano (se così si può dire) la conversazione.
Rurhven: "Non so se si può ancora intervenire. Cosa ne dite? "
Signora elegante: "Dipende dal problema..."
La maledetta cornacchia mi indica con un gesto teatrale
Rurhven: "La situazione parla da sola"
Con un colpo ben assestato lo faccio cadere dallo schienale del divano su cui era appollaiato.
Teo cerca di venirmi incontro
Teo: "La nostra amica qui cercava qualche consiglio per rinnovare la sua immagine e ci sembrava che voi poteste avere qualche buona idea a riguardo"
La donna sorride con una sfumatura di magnanimità. Deve esserci abituata. Credo che abbia fatto dello stile un motivo di vanto personale.
Mi scruta con attenzione imbarazzandomi un po'.
Signora elegante: "Che tipo di immagine state cercando di costruire per lei?"
Ruthven riconquista la sua visibilità nel discorso
Rurhven: "Qualcosa di più.. maudit... che ne dite?"
La donna sorride con sufficienza, come se fosse un progetto disperato che solo lei può portare a termine con successo. È quasi inevitabile che susciti ammirazione ma la simpatia... quella ancora no...
Signora elegante: "Per creare uno stile non bisogna mentire, non c'è nulla di meno elegante della menzogna. Per trovare la linea giusta occorre essere sinceri. Dobbiamo partire dalla sua vita. "
Signora elegante (rivolgendosi a me): "Sei pronta?"

Sì, lo sono - mi dico mentalmente - , magari un'immagine più accattivante potrebbe effettivamente giovare alla mia ispirazione. In fondo tante volte basta crederci...
Annuisco e mi siedo di fronte a lei.
Signora elegante (maliziosamente): "Qual è la cosa più inconfessabile che hai fatto?"
Ci penso un po'... non dovrei metterci tanto a rispondere... oddio non mi viene in mente nulla
Carmilla (sorridendo nervosamente): "Sapete... quando gli esempi sono così tanti non ne viene in mente neanche uno"
Annuisce compassionevolmente ma si vede un lampo di disprezzo nei suoi occhi.
Signora elegante: "Forse è più facile se io ti faccio delle domande e tu mi rispondi"
Carmilla (con un filo di voce): "Forse sì"
Signora elegante: "Vediamo un po'... hai ucciso qualcuno?"
Carmilla (con decisione): "no"
Signora elegante: "Bene bene, non è grave. Hai partecipato a movimenti rivoluzionari?"
Carmilla (colpevole): "Non che io ricordi, no..."
Signora elegante: "Relazioni con uomini sposati?"
Carmilla (speranzosa): "Valgono i rapporti platonici?"
Signora elegante, Ruthven e Teo (all'unisono): "no"
La donna si volta verso Ruthven
Signora elegante (tra il preoccupato e il disgustato): "La cosa è più difficile di quanto pensassi"
Rurhven: "Me ne rendo conto, mi spiace di avervi trascinata in questa situazione"
Non solo parlano di me come se fossi assolutamente senza speranza ma ignorano anche la mia presenza. Non mi sembra particolarmente corretto, specie a casa mia.
Carmilla (cercando di richiamare l'attenzione): "Ho una collezione di posacenere rubati nei bar
(continuano ad ignorarmi)
A volte ceno a letto, infilata sotto le lenzuola (sguardo infastidito di Ruthven e della donna)
Sono innamorata di un fantasma"
La conversazione tra i due si blocca immediatamente e tutti gli sguardi sono puntati su di me.