Monday, March 19, 2007

Rassicurazioni (parte sesta)

Al mio risveglio si è verificato un curioso paradosso spaziotemporale: sono trascorsi solo due minuti ma l’orologio cerca di convincermi che le magre ore di sonno a mia disposizione sono già scadute.
Mi alzo, afferro a i primi indumenti che mi capitano sottomano e raggiungo la cucina.
Pesco dalla credenza qualcosa che abbia “cioccolato” tra gli ingredienti e mi dirigo frettolosamente verso la porta; ma pochi istanti prima che io poggi la mano sul pomello il campanello suona.
Meraviglioso, sarà il postino. Non c’è nulla di meglio che ricevere una lettera di primo mattino, sarà una bella giornata, lo sento.
Apro con l’impeto dell’ottimismo ma, invece del postino, mi trovo davanti un perfetto sconosciuto.
Ha un età imprecisata e indossa un completo scuro a righe, una camicia col collo rigido e una cravatta grande come una tovaglia. Un’idea discutibile di eleganza.
Vedendomi cerca di produrre il suo miglior surrogato di un’espressione accattivante ma, sarà l’implicito rimprovero di non essere il postino, il tentativo non è particolarmente riuscito.
Sconosciuto buzzurro: “Buongiorno signora”
Carmilla (seccata che qualcuno l’abbia chiamata “signora”): “Prego?”
Sconosciuto buzzurro: “Vorrei farle delle domande, se mi consente”
Carmilla: “Veramente stavo uscendo”
Sconosciuto buzzurro: “Solo pochi minuti...”
Si intrufola in casa con la stessa abilità di un capitone.
Sconosciuto buzzurro: “Innanzitutto vorrei sapere se lei è viva o morta”
È un cretino o cosa? Sto per chiederglielo, proprio così, testualmente, quando capisco che è solo l’ennesimo trapassato che non ha di meglio da fare che importunare la gente che lavora.
Carmilla (antipatica): “Sono viva, naturalmente”
Sconosciuto buzzurro (con entusiasmo): “Complimenti signora! Non sembra, davvero.”
Non c’è niente di peggio che incontrare uno stronzo di prima mattina. Sarà una giornata difficile, temo.
Carmilla: “Posso fare altro per lei?” chiedo sperando che il tono stizzito sia più eloquente del significato letterale delle mie parole. Ma l’importuno non capisce o, forse, finge di non capire.
Sconosciuto buzzurro: “Sa, signora è meraviglioso incontrare qualcuno di vivo con cui possa parlare.”
Carmilla: “Me ne rallegro ma sono molto in ritardo.”
Sconosciuto buzzurro (insinuante): “È qui che la volevo! Lo sa che la fretta è uno dei principali fattori che fa aumentare il rischio?”
“Il rischio di che?” faccio l’errore di chiedere.
Sconosciuto buzzurro: “Ma come di che?” risponde con il suo insostenibile piglio da televenditore “Il rischio che le succeda qualcosa. Un sinistro, un accidente. Dal semplice fastidio a... mi capisce... la tragedia, contemplando tutti gli stati intermedi.”
Direi che quest’uomo mi sta esplicitamente portando sfiga e trovo la cosa perlomeno scortese.
Carmilla: “Non ricordo cosa ha detto di volere in casa mia”
Sconosciuto buzzurro: “Suvvia signora non si alteri, cerchi di essere comprensiva. Sono stato un assicuratore tutta la vita, non so fare altro. Ma ora sono morto e posso parlare quasi esclusivamente con degli altri morti. Ma lei crede che i morti vogliano assicurarsi? Il peggio che poteva succedergli è già successo e io? Cosa posso fare? Sia buona, una piccola assicurazione. Contro incendi, terremoti. E se succedesse qualcosa alla casa?”
Mastico bestemmie mute

Carmilla: “Guardi la sua storia è commovente, ma io devo proprio andare”
Assicuratore: “Mi permetto di insistere”
RodolfoII: “Io sarei interessato a queste cosidette «assicurazioni»...”
Un lampo misto di ingordigia e pura gioia si accende nelle pupille dell’ambiguo individuo.
Parzialmente smorzato nello scoprire che il suo interlocutore è un attempato signore barbuto dall’aria non esattamente penetrante.
Assicuratore: “Sarò felice di spiegarle tutto. Ha cinque minuti da dedicarmi?”
Il suono di questa locuzione automatica, quasi il preludio ad una sinfonia di truffa fa scattare in me l’istinto di protezione. Lasciare Rodolfo II con questo tizio è omissione di soccorso, circonvenzione d’incapace, insomma il mio senso morale mi impone di fare qualcosa.
Carmilla: “Maestà perdonate l’intrusione. Come il signore spiegava prima i suoi servigi sono... ridondanti... per le persone nella sua situazione.”
RodolfoII (interdetto): “Quale situazione?”
Carmilla (sperando di non provocare imbarazzo): “Beh, le persone morte...”
Rodolfo sorride sollevato: “ah ma un imperatore non muore mai. A livello giuridico ho gli stessi diritti di un vivo.”
Carmilla: “Secondo quale ordinamento giuridico?”
RodolfoII: “Il mio... Ma non eravate in ritardo? Su, andate...”
“Sì, andate...” rincara l’infingardo.
Discutere lo so, non serve.
Assicuratore: “Signora?”
Carmilla: “Si?”
Assicuratore: “Mi raccomando, mai di fretta eh?”
Sarà una giornata di merda, lo so...

1 Comments:

Anonymous Anonymous said...

la logica ferrea dell'imperatore mi delizia.


una fedele lettrice

1:43 AM  

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