Thursday, March 01, 2007

Vivir para contarla (parte quinta)

Rodolfo II d’Asburgo, imperatore, ci sta implorando di trovare un modo per lenire il suo dolore.

Mi sento impotente e mi si spezza il cuore. Anche Teo, Ruthven e Muriel si guardano alla ricerca, infruttuosa, di una buona idea.
L’unica a non aver perso la calma è la Barosessa che, senza compatirlo troppo e senza perdere il suo cipiglio, lo fa riaccomodare sul divano.
Non credo lo faccia per mancanza di sensibilità ma piuttosto perché l’imperatore ha l’aria di uno di quei personaggi che è sempre pericoloso compiangere.
Baronessa: “Parlateci di lei”
Rodolfo II: “Cosa volete dire?”
Baronessa: “Come era Esther?.”
Rodolfo II pare dimenticare i suoi tristi affanni e con la gioia con cui tutti gli innamorati si dilungano sulle virtù del proprio oggetto d’amore, incomincia: “Esther era piena di vitalità e di un fascino senza artifici. Era minuta e bruna, aveva lunghissimi capelli neri e incredibilmente crespi” Rodolfo II sorride affettuosamente e poi continua, senza rivolgersi a nessuno in particolare “lei odiava i suoi capelli, per questo li portava quasi sempre coperti con un dei teli morbidi. A me invece piacevano molto e quando la vedevo li scoprivo, subito. Le dicevo che quella era la prova che, qualche secolo prima, i suoi antenati avevano camminato nel deserto.”
Carmilla: “E poi?” Ormai sono preda della curiosità ma non ci sarebbe davvero bisogno di invitarlo a parlare.
Rodolfo II: “Aveva la pelle chiara e grandi occhi neri. Le labbra avevano una piega quasi severa, ma tutta la sua sensualità era rivelata da una spia impertinente... (sorride) un piccolo neo scuro, proprio qui” dice appoggiano l’indice poco sopra il suo labbro superiore.
Baronessa: “Cosa le piaceva?”
Rodolfo II: “Il blu, le piacevano gli oggetti e i tessuti che avessero quel colore. E anche i fiori o le pietre. Ho comprato innumerevoli ceramiche dall’oriente solo perché possedevano una sfumatura di blu. Come se un giorno lei potesse vederle...”
Rodolfo sta per ripiombare nella malinconia ma la Baronessa lo pungola
Baronessa: “Cosa facevate insieme?”
Rodolfo II: “Io non lo so esattamente... credo quello che fanno tutti gli innamorati...”
Lancio uno sguardo inibitore a Ruthven prima che dica qualcosa di inopportuno
Rodolfo II: “Stavamo vicini, quanto più potevamo, e parlavamo continuamente. Di cosa poi... non saprei dirlo... credo che quasi sempre parlassimo di noi stessi e di quanto ci fossimo mancati e di quanto fosse lungo e privo di senso il giorno senza l’altro e quanto fosse più amabile e dolce la notte che ci riuniva. Credo che fossero discorsi molto sciocchi...”
Baronessa: “Camminavate insieme?”
Rodolfo II: “A volte, facevamo brevi passeggiate e osservavamo le stelle o i gatti randagi. Eravamo felici. È difficile raccontare la felicità.”
Baronessa: “La tenevate per mano?”
Rodolfo II: “Sì, non avrei dovuto ma sapevo di percorrere le strade di una città incantata, non ne ero certo ma sentivo che non avremmo incontrato nessuno e che avremmo potuto essere davvero liberi. Come nessuno è mai, nella vita reale.”
Rodolfo si ossrva la mano e la stringe dolcemente, come se volesse racchiudervi qualcosa di fragile e prezioso.

Rodolfo II: “Aveva belle mani, Esther. Piccole ma forti. A me piaceva riempirle di baci...”
Rodolfo II riprende contatto con la realtà e d’improvviso si accorge che oltre ad una elegante signora di mezza età ha davanti a sè un uditorio folto e molto meno distinto. Comprensibilmente il riserbo prende il sopravvento e il sovrano triste decide che è il momento di interrompere il suo racconto.
Capita la situazione ci disperdiamo simulando disinteresse.
Baronessa: “Allora maestà, com’è stato?”
Rodolfo II: “Cosa madame?”
Baronessa: “Ricordare. E raccontarlo.”
Rodolfo II: “Meraviglioso” risponde con dolorosa malinconia
Baronessa: “Era quasi come quando la sognavate?”
Rodolfo II: “Niente è come quando la sognavo. Però... sì grazie, è stato molto bello. Era come se la rivedessi. Mi sono sentito meno solo.”
La Baronessa gli prende la mano e la stringe con affetto.
Chissà se questo riappacificherà Rodolfo II e la realtà. Temo di no ma sono felice di vederlo meno angosciato.
È quasi l’alba. Se mi teletrasporto nel letto forse potrò dormire un’ora o due.
I fantasmi sono creature piuttosto prevedibili, solitamente. Da Rodolfo II mi sarei aspettata che ci ringraziasse e togliesse il disturbo. Invece il nobile Asburgo è ancora lì, pensieroso (o assente, è difficile giudicare) sul mio divano.
Il suo sguardo incontra il mio e dopo qualche secondo di silenzio sua grazia mi dice
Rodolfo II: “Credo che rimarrò qui ancora per un po’.”
Certo un morto fuori di testa in più o in meno non fa una gran differenza. Ma c’è qualcosa che mi fa sospettare che non sia una buona idea. Anche se non saprei dire esattamente perchè.
Ci penserò domani, ora devo cercare di dormire.
Carmilla: “Allora io mi ritiro nella mia stanza, maestà”
Rodolfo II: “Certo, certo vi do il permesso”

I motivi di perplessità si fanno meni confusi...
Mentre salgo le scale lo sguardo mi cade su un quaderno che avevo comprato qualche giorno fa dimenticando colpevolemnte che ormai scrivo quasi esclusivamente al computer.
È talmente tardi che non saranno 10 minuti di sonno in più a salvarmi dall’emicrania. Scendo di nuovo a pian terreno e prendo il quaderno e una penna.
Mi avvicino al divano
Carmilla: “Meastà?”
Rodolfo II: “Dite pure”
Carmilla: “Io avevo pensato che quando vi sentite solo, quando Esther vi manca molto... potreste scrivere qui tutti i vostri ricordi di quando eravate con lei.
Non sarà come starle accanto, ma io credo che vi farà sentire più vicino a lei. Così non correte il rischio di dimenticare nulla. E quando vorrete potrete rileggere quello che avete scritto e rivederlo davanti ai vostri occhi. Oppure potreste leggerne qualche pagina a noi. Solo le parti che sceglierete voi...” aggiungo ricordando l’imbarazzo di prima.
Rodolfo mi guarda e cerca per diversi secondi le parole per rispondermi. Poi, dopo una lunga attesa non so più se derivata dall’emozione o dalle sue disconnessioni, dice semplicemente “grazie”.

Corro a infilarmi sotto le coperte.

3 Comments:

Anonymous Anonymous said...

Invero non speravamo in una risoluzione così rapida dei nostri problemi da parte vostra. Ve ne saremo sempre grati, e intercederemmo volentieri presso Sua Altezza Serenissima (ci piace chiamarlo così, con ironia) affinché egli vi manifestasse tutto il suo apprezzamento se solo ve ne fosse la minima necessità. Come vi dicemmo nella nostra precedente missiva, egli non ama ammettere di provare piacere nella costante frequentazione di questa pagina, giacché quasi ogni attività reiterata lo tedia terribilmente. "Quasi ogni attività", appunto. Non questa. A preve un messo imperiale lascerà il Castello per recapitarvi l'invito a trascorrere da noi un lungo periodo di riposo dalle fatiche quotidiane. Avrete a disposizione ancelle provenienti dall'Arabia Felix per discorrere amabilmente nella loro lingua; una vasca di acqua della Moldava dove esercitare il vostro fisico; una grande biblioteca dove condurre i vostri studi e svagare i vostri pensieri; e infine un letto di cuscini variopinti per stendere le vostre membra quando il bisogno di riposo si farà più pressante. Lo stesso trattamento verrà naturalmente riservato ai vostri accompagnatori: per tutti loro (meglio, tutti quelli che già non possiedono un titolo nobiliare) è prevista la nomina a notabile dell'impero. Chi sarà Gran Ciambellano, chi Siniscalco di Corte, chi Commodoro. Dicevamo che il periodo di riposo sarà piuttosto lungo: i festeggiamenti, infatti, dureranno un anno e un giorno. Vi anticipiamo queste notizie (che come detto arriveranno con un messo prossimo alla partenza) come segno della nostra amicizia.
Servi vostri.

3:34 PM  
Blogger Valeria Vitale said...

Preg. mo signor Lang,
la sua riconoscenza è senza dubbio eccessiva. Del resto, si sa, le parole non costano nulla e qualche maligno sostiene che lei non sia la persona più credibile del mondo.
Ma io attendo il suo messo fiduciosa e ho già preparato il costume e il dizionario di arabo...

4:55 AM  
Anonymous Anonymous said...

La ringrazio per Blog intiresny

10:20 PM  

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