Somiglianze [parte terza]
La mia interlocutrice si volta interamente verso di me e mi guarda, per la prima volta, con vero interesse
Donna elegante: "Questa sì che è una cosa affascinante. Dimmi qualcosa di più. È bello?" mi parla con complicità e io non avrei nessuna voglia di confidare proprio a lei cose che, prima d'ora, non avevo ammesso nemmeno a me stessa. Nonostante i migliori propositi, subito dopo la sua melliflua domanda mi ritrovo ad abbassare lo sguardo e ad andare in confusione come un'adolescente infatuata che non aspetta altro che di parlare del proprio oggetto di adorazione.
Carmilla: "Sì, credo di sì. Cioè, a dire il vero, non saprei. Nel senso che... beh, a me piace. Ecco."
La donna ha una faccia evidentemente compiaciuta che me la rende ancora meno simpatica, eppure una forza malevola al di fuori del mio controllo mi fa provare piacere nel parlare di Henri. Persino con lei.
Donna elegante: "E com'è?"
Carmila: "Lui?"
Donna elegante: "Certo, il tuo lui"
L'idea che Henri potesse appartenermi aveva sempre avuto, per ovvie ragioni, i contorni di una inavverabile illusione. Eppure in questo momento la cosa sembra quasi pallidamente credibile
"Lui è... non è facile descriverlo. Ha qualcosa delle poesie di Rimbaud. Ma anche dei romanzi di Conrad. E certo, per tutte le sue esperienze, mi ricorda spesso le cronache di Saintexupery. Però... no, non è così. Non è corretto. La verità è che lui non è come nient'altro. Somiglia solo a se stesso."
La bella dama mi guarda incuriosita. Io evito intanto di verificare velocemente quale sia stata la reazione dei miei conquilini alle mie affermazioni. Per fortuna so che il pericolo di un colpo apoplettico è scongiurato dalla loro stessa natura.
Intanto la donna prende la sua borsetta sobria ma elegante e ne trae un pettinino di osso.
Lo brandisce con aria vagamente minacciosa e, al contempo, mi guarda. Le rivolgo un'occhiata interrogativa che ella ignora con grande naturalezza; poi, dopo avermi ben squadrata, inizia a dividermi i capelli.
Donna elegante: "Ecco qua, questi li portiamo tutti in avanti e poi... voilà una bella riga al centro. Questi qui di lato, mi raccomando, un po' spettinati e mai troppo curati. Naturalmente dovrai farli crescere."
Carmilla: "Ma io non pensavo affatto di far crescere i miei capelli e nemmeno di cambiare pettinatura. Se non le dispiace" protesto. Mi sembra che lo zelo di questa donna stia diventando, oltre che offensivo, anche piuttosto fastidioso.
Donna elegante: "Ma se ora abbiamo la soluzione! Data la tua situazione mi sembra chiaro che hai bisogno di un look romantico, in senso storico si intende. Una specie di finto gotico, hai presente?"
Prosegue come se avessi annuito
Donna elegante: "Qualcosa tra Cime tempestose e la Lucia di Lammermoor mi sembra perfetto. Quindi, naturalmente, capelli lunghi, spettinati e riga al centro. O quello che ne resta. E ora pensiamo al guardaroba!" Pronunciata questa frase sparisce preoccupantemente dalla mia vista.
Esito qualche secondo. Cerco intorno a me un alleato. Trovo Teo ma invece di vederlo, come avrei sperato, completamente scandalizzato, scopro che ha più l'aria incuriosita dello spettatore fortuito di uno spettacolo di strada.
Carmilla: "Secondo te cosa voleva dire con «ora pensiamo al guardaroba?»"
Teo: "Sei sicura di volerlo sapere?"
Carmilla (esitante): "Direi di sì"
Teo: "Non posso fare affermazioni sicure al cento per cento però al posto tuo, se questa idea ti mette a disagio, eviterei di lasciarla da sola con Ruthven nella tua camera da letto..."
Le parole di Theo assumono immediatamente, nel mio cervello, il suono di un allarme che annuncia una pericolosa catastrofe. Mi lancio verso le scale e raggiungo prima possibile la mia camera e il mio armadio.
La scena che si presenta davanti ai miei occhi è psicologicamente devastante.
La perfida protolesbica è riuscita già a coinvolgere anche il Giocatore di football senza volto che, dietro sua richiesta, tiene le braccia tese e attende pazientemente di svolgere la sua funzione. Non comprende, ovviamente, di essere complice inconsapevole di un'azione criminosa
Donna elegante (mentre svuota con disapprovazione il mio armadio e accumula tutti i vestiti bocciati sulle braccia del giocatore): "Questo no... questo per carità!... questo non se ne parla nemmeno..."
Sono talmente annichilita che mi siede sulle scale fuori della porta, senza reagire. Teo mi mette un braccio peloso intorno alla spalla.
Carmilla (rassegnata ma che ancora cova timide speranze): "Ha salvato qualcosa?"
Theo (dopo aver sbirciato nella stanza): "Un paio di camicie da notte"
Cerca inutilmente di consolarmi.
Carmilla (avvilita): "Secondo te potrò tenere il vestito con i fiorellini fuxia, quello che ha un'aria un po' neorealista?"
Teo (dopo un rapido controllo): "Temo sia già tra le braccia del Giocatore".
Carmilla: "Ma è uno dei miei preferiti!"
Teo si stringe nelle spalle.
Carmilla: "E la gonna con gli elefanti indiani?"
Teo: "Credo, sinceramente, che tu possa scordartela".
Questo è decisamente troppo. Mi alzo in piedi decisa a lottare contro l'imposizione di uno stile più accattivante.
Carmilla: "Ne ho abbastanza. Ho il diritto di vestirmi e pettinarmi come mi pare!"
Ruthven (spuntando all'improvviso): "Anche male?"
Carmilla (momentaneamente destabilizzata ma decisa a non far scemare la sua combattività): "Certo, anche male! Ma prima vorrei premettere che «male» e «bene» sono due concetti privi di senso nell'ambito del gusto personale"
Ruthven: "bla bla bla"
Carmilla: "E va bene! Quella donna si veste molto meglio di me, è affascinante e ha uno sguardo magnetico. Ma chi si crede di essere per privarmi dei miei elefanti indiani?"
Ruthven: "Geroge Sand"
Carmilla: "Eh?"
Ruthven: "Hai detto «chi si crede di essere...» etc etc e io ti ho risposto: Geroge Sand"
Mi giro verso Teo perché di Ruthven non mi fido.
Carmilla: "Dice davvero?"
Teo (sorpreso): "Ah, non l'avevi riconosciuta?"
Carmilla: "No, a dire il vero proprio no"
Teo: "Ma dai Carmilla, non hai mai letto nessuno dei suoi romanzi? Di solito c'è sempre un suo ritratto, anche nelle edizioni economiche".
Carmilla (con ostentazione): "No, non ho mai letto nulla di suo"
Teo: "E perché mai? È un'ottima scrittrice, oltre che un personaggio chiave dell'ottocento europeo."
Carmilla: "Non ho mai nello un suo romanzo perché... perché..."
Teo e Ruthven: "Perché?"
Carmilla (dopo un iniziale imbarazzo e poi con enfasi): "Perché la odio!