Wednesday, November 02, 2005

Il fiore rosso

Sono tre giorni che lavoro senza riposarmi. Mi sento sul collo il fiato (si fa per dire) del Sultano e anche della Baronessa che ha preso a cuore la sua vicenda. Persino Balzofiore non fa che sbirciare sul mio computer con le scuse più puerili. Forse si preoccupa che parli troppo bene di Maometto II.
Ma se devo compiere una missione per amore di verità che verità sia, non ho intenzione di glorificare nessuno. Men che meno uno che, da quello che mi è sembrato di capire, quando si trattava di conquistare non è che ci andasse tanto per i l sottile... Ma si sa, la guerra non si fa con i mazzi di rose...

Ecco qua, "tlin": il rassicurante suono di un documento salvato. Finalmente ho finito. Maometto II si è già materializzato davanti a me. E' visibilmente soddisfatto.

Carmilla: "Ho fatto quello che potevo".
Mi premunisco. Non mi sembra di aver cambiato di molto la situazione e si dice che questi turchi non fossero proprio dei modelli di comprensione per la fallibilità umana. Forse dovevo dare ascolto a Balzofiore.

Mehemet: Anche se è poco non eri obbligata a farlo, quindi te ne sono grato."

Beh, questo mi sembra lo spirito giusto. Mi rilasso un po'. Il sultano sta per andare via. A questo punto però decido di approfittare della sua presenza per fargli qualche domanda. In fondo ho davanti il conquistatore di Bisanzio.

Carmilla "Signore posso farvi delle domande?"

Mehemet: "Certo"
E' decisamente bendisposto. Forse non ha più tanti fan. Intanto una nutrita banda di pettegoli è casualmente comparsa in salotto. Non manca nessuno. Ruthven addirittura pesca col becco da un grosso contenitore di pop corn.

Carmilla "Parlateci di Anna."

Mehemet "Di chi?"

Carmilla "Come di chi? Di Anna Erizzo!"

Mehemet: "Quella che nell'opera di Rossini mi fa fare la figura del cioccolataio?"

Carmilla "Sì ma per amore... Un uomo non è stupido se è innamorato." Devo stare attenta a non urtare la suscettibilità di Maometto. E comunque lo penso davvero che un innamorato non sia mai stupido

Ruthven: "Mi permetto di dissentire"

Carmilla "Non lo ascoltate. Dite, cosa avete provato quando avete scoperto che Calbo non era suo fratello ma il suo promesso sposo?"

Mehemet "Cosa ho provato? Un grande sollievo, magari l'avessi saputo prima!"

Un certo imbarazzo si diffonde tra tutti gli astanti

Carmilla "In che senso?" mi permetto di chiedere. "Non era il vostro amore disperato: turchi e veneziani? insomma come Capuleti e Montecchi"

Ruthven "Vampiri e lupi mannari"

Mehemet "No, ma che amore disperato. Dio non voglia. Ero entrato nel campo nemico come spia ma lei mi aveva visto. Allora ho dovuto fingere di corteggiarla. Era una buona copertura e l'ho mantenuta. Lei poverina nel frattempo mi si era affezionata. Un po' troppo a dire la verità. Era anche graziosa ma... non faceva che parlare del nostro matrimonio. La sua era un'idea fissa. Ho pensato che una moglie in più non mi avrebbe certo cambiato la vita e per farla contenta le ho detto di sì. Avessi saputo che quell'uomo voleva sposarla al mio posto sono sicuro che avremmo trovato un accordo conveniente per entrambi. Sfortunatamente le cose sono andate diversamente. Sfortunatamente per loro, s'intende"

L'atmosfera si è un po' raffreddata. Balzofiore si segna velocemente, di nascosto. Noi siamo un po' delusi. Volevamo una bella storia d'amore e invece...
Non so se ho fatto bene a fare tutto quel lavoro per lui. Sì, va bene, vittima di Rossini, però... almeno Rossini ha un po' nobilitato i suoi sentimenti.

Il sultano si alza maestosamente. Qualcuno tossisce per mascherare la delusione

Muriel: Perché ti dipingono sempre con un fiore rosso in mano?

In effetti me lo ero chiesto anch'io ma, per come si erano messe le cose non avevo avuto il coraggio di rivolgere altre domande al Conquistatore. Ma Muriel non ha di questi problemi. Maometto II si siede nuovamente.

Mehemet "Conoscevo una donna quando ero molto giovane."

Il suo sguardo si perde in un passato lontanissimo, noi non esistiamo più
Eccola la nostra storia d'amore. Forse...

Mehemet "Non vi dirò il suo nome per non turbare il suo riposo, ma aveva un nome bello e dolce come lei. Io ero un giovane arrogante e superbo. Sarei diventato sultano e questo mi faceva pensare che nulla potesse essermi negato. Lei era ancora più giovane di me ed era come un raggio di sole. La vedevo a volte nel mercato e avevo perso la testa per lei. Era diversa dalle altre donne. Le altre mi sembravano delle figure dipinte, solo lei mi appariva vera, di carne e sangue. La seguii e scoprii che era sposata. Ma questo invece di placare il demone che abitava dentro di me lo nutrì e lo fece crescere ancora. Non so se fu amore o stupido orgoglio ma mi parve di non poter vivere un altro giorno senza averla accanto. Nella mia follia pensai che suo marito fosse l'unico ostacolo alla nostra felicità. Per quale altro motivo una donna avrebbe potuto non amarmi?
Non piangerò mai abbastanza la mia fatuità e la mia sciocca crudeltà
Suo marito era uno dei miei soldati. Forse era anche un bravo soldato. Non lo so. Ma gli impedii di continuare ad essere qualunque cosa. Lo feci uccidere a tradimento da uno dei miei uomini.
Quando mi dissero che era morto sentii freddo e repulsione ma pensai che avrei superato tutto questo con la gioia di avere la vedova al mio fianco. La feci chiamare e mi finsi addolorato per la morte di suo marito e mi offri di sposarla. Lei forse capì quello che era successo ed ebbe orrore di me, o forse era stata veramente così innamorata del marito da rifiutare di diventare, lei povera e senza protezione, una moglie del sultano.
Andò via e io mi sentii sopraffare da una vergogna terribile, Avevo ucciso molti uomini in battaglia, altri li avevo giustiziati perché lo meritavano. Ma mai prima di allora avevo assassinato qualcuno. Quel sangue iniziò a pesarmi orribilmente. La vedova lasciò la città e io non fermai. Non seppi più nulla di lei, spero che qualcuno ne abbia avuto cura. Ho distrutto la sua vita per vanità e ho assassinato un uomo perché desideravo la sua donna. Spesso mi è sembrato che tutte le azioni eroiche che ho compiuto non bastassero a cancellare questa vergogna.
Per ricordarmi sempre della grazia di quella donna e del sangue che ho versato ignominiosamente per un periodo della mia vita ho chiesto ai pittori di corte di rappresentarmi con un piccolo fiore rosso..."

La mandibola di Muriel quasi tocca il pavimento. Tutti sono piuttosto impressionati. Giurerei che al sultano luccichino gli occhi.
Eppure... il mio sguardo si posa distrattamente sulla mia pila di Dago. In effetti manca solo in Giannizzero nero in questa storia. Che il Magnifico se la sia inventata di sana pianta plagiando una «storia tipo» di Robin Wood per non deluderci? Bah, in fondo a chi importa? I ragazzi hanno avuto la loro favola e io, forse, posso finalmente vedere la fine della puntata di ER che ho dovuto interrompere.
Cercando di non apparire scortese accompagno il sultano alla porta. Mille ringraziamenti, inchini salamelecchi...

Mehemet "Posso fare qualcosa per sdebitarmi?"

Lo so, è una domanda di cortesia ma lì per lì rispondo d'impulso

Carmilla: "Veramente sì. Vorrei iscrivermi ad un corso di lingua araba ma le classi sono a numero chiuso. Non potreste... fare presente il mio caso?"

Lo so, sto chiedendo al conquistatore di Bisanzio di favorirmi in una selezione. Ma cosa credete? Se tutto il mondo è paese pensate che l'Altromondo faccia eccezione?

Ma Mehemet sembra in difficoltà

Mehemet "Nell'impero romano d'Occidente purtroppo ho poca influenza. Nel cuore della cristianità poi.
Forse il signore qui presente può fare qualcosa..."

Con scaltrezza e un pizzico di odio ben mascherato ha scaricato la responsabilità sul suo rivale: Balzofiore. Che siano veri tutti i luoghi comuni sui Turchi?
Balzofiore è furioso ma si controlla bene. E’ imbarazzato anche lui ma fa di tutto per mantenere lo stesso aplomb del sultano

Balzofiore: "Questa è la mia città e qui ho molti amici, ma in quel covo di infedeli ho le mani legate."

Eh va bene, lotte per la supremazia psicologica a parte quando provo a chiedergli qualcosa per me finisce sempre così, che poi me la devo vedere da sola.

Di nuovo saluti, ringraziamenti, inchini.
La baronessa si strugge. Lo saluta con la mano finché lo scorge all'orizzonte. Io non posso chiudere la porta finché lei non rientra, non sarebbe rispettoso.
Finalmente il turco scompare e la baronessa si ritira. Mi dirigo ansiosamente verso il lettore dvd...

Balzofiore è già lì davanti e ha già inserito un dvd. Provo a incrociare le dita ma dopo pochi secondi invece della musica ossessiva del jingle di ER sento una musica sacra.

I ragazzi sono già schierati, come al solito sono arrivata troppo tardi. Mi siedo rassegnata

Carmilla "Che vediamo stasera?" Chiedo sperando che il tono lamentoso della mia voce li muova a compassione ma Balzofiore risponde illuminandosi tutto

Balzofiore "Le crociate"

3 Comments:

Blogger Willy Pooh said...

Per un attimo ho temuto che il marito morto dell'amata di Maometto II fosse il Giannizzero Nero: questa volta mi hai fatto proprio paura!

4:40 PM  
Blogger Valeria Vitale said...

caro Commentatore Solitario, non lo sai che Dago oltre ad essere bellissimo, è anche immortale?

5:59 PM  
Blogger Valeria Vitale said...

benvenuto Legrand!
come vedi la grafomania è una malattia più diffusa di quello che si pensi ; )

Il seguito arriva...

3:11 AM  

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