Tuesday, July 18, 2006

Jaufrè e Bertrand (parte terza)

Rudel: "Scoprii che non ero fatto per vivere le favole e forse aspirai ad essere troppo felice.
Dio volle che mi ammalassi durante il viaggio e, nonostante le cure sollecite di Bertrand e dell'equipaggio che si era affezionato alla mia avventura, peggiorai velocemente.
Quando giungemmo sulla costa ero sì debole che un solo movimento mi avrebbe certo ucciso.
Tutti si avvilirono per la mala sorte che aveva segnato quel viaggio tanto agognato. Decisero però di vedermi almeno spirare felice e di portare da me Melisenda dato che io non potea andare da lei.
L'impresa era disperata perché avevamo intanto saputo che il suo promesso sposo aveva messo a guardia del palazzo di Melisenda i più valorosi cavalieri del suo esercito. Primo tra tutti il Cavaliere dalle Armi Verdi."
Ruthven: "E che è, il mago di Oz?" mi sussurra all'orecchio
Lo zittisco con un gesto di fastidio
Rudel: "Ma quando ci si ritrova in un'avventura si viene colti da una strana malia e si crede che anche l'impossibile possa essere vero, così Bertrand partì per portare da me Melisenda, ad ogni costo.
Nessuno credeva che sarebbe tornato col suo preziosissimo carico. Solo io. Solo io lo aspettavo e chiedevo continuamente di lui. Giorno dopo giorno si cercava di convincermi a mettere il cuore in pace e a morire serenamente, ma era come se io fossi sospeso, come se persino la morte si fosse incuriosita di questa strana storia e volesse vedere come sarebbe andata a finire."
Carmilla: "E com'è andata a finire?"
Rudel: "È finita come una bella favola, senonché dopo ho dovuto abbandonare le mie spoglie mortali".
Theo: "E come fece Bertrand a uccidere il Cavaliere delle Armi Verdi?"
Ruthven sottovoce: "Indossando delle scarpette rosse e battendo tre volte i tacchi..."
Rudel: "Col suo coraggio. E forse con un po' di fortuna. Come nelle storie."
Carmilla: "E Melisenda? Era bella come dicevano?"
Rudel, con aria sognante: "Bella? Di più. Melisenda era creatura sublime. Nei pochi momenti che passammo insieme mi disse che aveva letto i miei versi e che essi avevano aperto, per me, la strada nel suo cuore. Era esattamente come l'avevo sognata: di cuore gentile e d'intelletto sottile. E profumava di gelsomino.
L'ultima cosa che fece fu prendere una ciocca dei miei capelli neri e mischiarla con una dei suoi. Ho reso l'anima a Dio tra le sue braccia."
Carmilla: "Povera Melisenda! Trovare e perdere l'amore così velocemente. Sembra un film di David Lean. Avevate ragione Rudel, siete stato fortunato: amato da una donna eccezionale e da un amico fedele quasi fino all'irragionevolezza."
Rudel (sospirando): "E difatti ne avverto assai la mancanza. La mia stella dopo quel giorno entrò in convento, non volle amare più nessun uomo, per rispetto alla mia memoria. Bertrand, afflitto dalla mia perdita, decise di combattere davvero la guerra santa e si guadagnò molta gloria sprezzando la morte in diverse occasioni.
Sono molti e molti anni che li cerco per dimostrare loro il mio amore e la mia gratitudine."
Theo, sorpreso: "Non vi siete ancora ritrovati?"
Rudel: "No, ma non temo: li troverò. E quel giorno ricomincerà la mia piena gioia."
Carmilla: "Messer Rudel la vostra storia è davvero notevole, quello che è accaduto a voi capita raramente."
Rudel: "Potete ben dirlo mia cara, è per questo che mi sento un uomo fortunato, pur nella mia sorte bizzarra"
Carmilla: "Però signore..."
Rudel: "Dite pure"
Carmilla: "..."
Ruthven: "Per farla breve, Jaufrè, sei anche un ragazzo simpatico ma qua di amore felice non ne vedo nemmeno l'ombra."
Rudel guarda Ruthven sinceramente meravigliato. Davvero quell'obiezione lo sorprende.
Rudel: "Che vuol dire signori? Ho trovato la donna che era perfetta per me ed essa mi ha riamato. Inoltre per tutta la mia vita, e fino all'ultimo istante, ho avuto accanto un amico che per me è stato come un fratello. Guardatemi, in tutta onestà, quanti uomini avete mai conosciuto felice come lo sono io?"
"Pochi" penso tra me e me "veramente pochi"
Ruthven perde ogni ritegno, non gli importa di trovarsi di fronte ad uno degli ispiratori dello stil novo e gli parla come ad un ex compagno di sbronze
Ruthven: "Dai Jaufrè che a trovare il grande amore per cinque minuti sono buoni tutti."
C'è un attimo di silenzio.
Solo Ruthven poteva pensare di esprimersi così a proposito della donna che quel poveretto adora, ormai da secoli, come una creatura divina. Temo che Rudel si alzi e vada via indignato.
Invece guarda Ruthven perplesso, l'espressione è talmente prosaica che non è sicuro di aver ben compreso.
Rudel: "Il senso del vostro discorso signore, se non ho male interpretato, è che se io avessi avuto Melisenda accanto per tutta la vita m'avrebbe preso il tedio di lei?"
Ruthven: "Sì, nel migliore dei casi"
Ora, penso, Rudel prende i suoi versi, li arrotola e li infila per la gola di Ruthven.
Nel migliore dei casi

Invece Rudel conserva il contegno di un vero gentiluomo. Nel suo sguardo c'è un lampo non di vero disprezzo ma... ecco, di compassione.
Rudel: "Signore, se credete questo è perché voi non avete avuto il privilegio di incontrare Melisenda.
E ora vi domando scusa ma la mia ricerca è molto lunga e importante e non posso indugiare oltre. Spero mia cara signora di avervi almeno regalato un po' di fiducia in più nell'amore."
Carmilla: "Arrivederci messer Rudel"
Rudel: "Signora, se doveste veder Melisenda potreste..."
Carmilla: "Certo, dirle che voi la cercate"
Rudel: "E anche darle queste parole che ho scritto per lei"
Carmilla: "Sarà un piacere signore."
Lo dico e lo penso. È emozionante avere una piccola parte in una grande storia d'amore.
Rudel scompare e Ruthven si precipita a dissuggellare i versi per Melisenda.

"Sarò felice quando potrò chiederle, pregando Iddio, l'amor nato lontano; a lei piacendo, prenderò dimora presso di lei, benché sia di lontano. Sarà perfetto il nostro incontro allora quando sarò, lontano amante, vicino, esultando del nostro bel parlare"

Baronessa: "Conosco questi versi, sono di Jaufre Rudel"
Carmilla: "Esatto baronessa, per poco non lo avete incontrato: è stato qui a raccontarci la sua storia."
Baronessa: "Vi avrà commossi quello sfortunato ragazzo, le sue vicende sono davvero tristi."
Io, Theo e Ruthven ci guardiamo un po' disorientati
Carmilla: "Beh sì, fare un viaggio così lungo e poi morire..."
Baronessa: "Ma quello è solo l'inizio, non vi ha raccontato il resto?"

(continua ma, giuro, è quasi finita)

2 Comments:

Blogger Willy Pooh said...

Sniff... sniff... no, non sto piangendo. E' questo odore di gelsomino che è così forte... :)

7:02 PM  
Anonymous Anonymous said...

mia cara, datti una mossa che qua la suspence uccide!!! (nel caso poi posso venire ad abitare lì?).

11:54 PM  

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