Wednesday, January 18, 2006

Regali

Le Fanu mi guarda desolato, poi chiude gli occhi qualche secondo in preda ad un sincero imbarazzo.
Le Fanu: "scusami, non sai quanto mi senta stupido."
No, poverino che aria abbattuta. Se avessi immaginato che avrebbe reagito così male avrei finto di essere la sua vampira...
Provo a sorridere e mi tuffo in una delle mie pratiche preferite: minimizzare...
Carmilla: "mi capita spesso"
Per un momento vedo lo sguardo di Campanellino tornare senziente ed esprimere la più profonda delusione.
Va bene, va bene... almeno continuo a sorridere.
Le Fanu: "Figurati! Non solo non sei un vampiro, ma sei persino viva..."
Alzo le spalle, forse è meglio che non commenti
Le Fanu: "Che vergogna" dice scuotendo la testa il principe invisibile. Mi volta le spalle e sento che sta per dileguarsi davvero e per non tornare più...
Basta sorrisi strategici, forse è meglio dire semplicemente le cose come stanno.
Carmilla: "Ti prego Joseph, promettimi che tornerai" gli dico trattenendolo.
Le Fanu: "E perché dovrei?" domanda desolato
Carmilla: "Perché devi ancora insegnarmi tante cose su come si scrive un bel racconto" gli rispondo senza esitazione. Ho segnato il primo colpo, lo so. Ma non è ancora abbastanza.
Le Fanu: "Lascia stare, Carmilla. Meglio se lo chiedi a qualcun altro. Prova con Montague Rhodes James!"
Carmilla: "Scherzi?! Tu scrivi cento volte meglio di lui!"
Si arresta di colpo. Piega la testa di lato e mi guarda.
Le Fanu: "Lo pensi davvero?"
Annuisco convinta. Colpito e affondato...
Sorride illuminandosi. Ma quanto sono prevedibili gli scrittori?
Le Fanu: "Beh, se ti piace davvero allora tornerò certamente a parlarne con te."
Sta per andare via ma stavolta è di buon umore
Le Fanu: "Carmilla?"
Carmilla: "Dimmi"
Le Fanu: "Perché ti hanno dato questo nome?"
Carmilla: "E me lo chiedi? Mia madre si era innamorata del tuo racconto."
Se avesse ancora del sangue sarebbe diventato rosso. Si infila nel muro, come un vero fantasma da manuale e sparisce.

Mi siedo sul divano. Accidenti se brucia la mano. La porto alla bocca per cercare sollievo
Campanellino: "Se non stai ferma non riesco a medicarti"
Scomparso Le Fanu, Campanellino ha ripreso il suo aspetto vagamente antropomorfo.
Carmilla: "Giusto te cercavo! Ti sembra modo di comportarti?" Protesto risentita
Campanellino: "Non essere petulante e porgimi la mano"
Ha messo sul tavolo tutto il necessario: disinfettante, garze, cerotti. Non so nemmeno dove li abbia presi o quando.
Carmilla: "Allora si può sapere che ti è preso?"
Forse non è il caso di discutere mentre maneggia l'alcool.
Campanellino: "Se tu fossi meno limitata, vedresti da sola che ho risolto la situazione nel modo più veloce ed efficace. Un vero capolavoro di problem solving, se capisci cosa intendo."
Ah sì? vuole provocare? Va bene...
Carmilla: "Ma che bel nome hai... Campanellino"
dico con malignità.
Si ferma e mi guarda negli occhi. Forse non è stata una buona idea
Campanellino: "Guarda Carmilla... ho visto come ti sei comportata col mio padrone e ho deciso di favorirti. Ma non credo che vorresti sentire il mio vero nome."
Bluffa lo so. Comunque meglio lasciar perdere questi scherzi. Cosa c'è da ridere poi in "campanellino"?
La mano è a posto, non fa nemmeno più male.
Carmilla: " come sei arrivato a lui, al tuo padrone?"
Campanellino: "É una lunga storia. Ma lui per me è importante. É un caro ragazzo e ha sofferto molto. Sei stata buona con lui, me ne ricorderò.
Anzi, voglio farti un regalo."
Si infila le mani in tasca. Anzi, no. Non è esattamente così. Perché uno per mettere le mani in tasca dovrebbe quantomeno essere vestito, mentre lui ha solo la sua pelliccia nera. Eppure posso assicurare che ha infilato le zampe nella tasca e ne ha tirato fuori un oggetto
Campanellino: "Tieni, questo è per te." Dice porgendomi un piccolo oggetto. . É carino da parte sua, dovrei vederlo come un tentativo di riappacificazione. Eppure il suo sorriso non mi convince del tutto. Forse è vero che sono un po' prevenuta.
Lo appoggia nel mio palmo aperto. Lo osservo. E' un piccolo sonaglino, un campanellino molto simile a quello che anche lui porta al collo.
Lo guardo con aria interrogativa.
Carmilla: "E cos'è?" Sono costretta a chiedere.
Campanellino: "Un campanellino mia cara. Un campanellino d'argento. Senti che bel suono che ha"


Lo agita vicino al mio orecchio
tlin tlin tlin
effettivamente ha un bel suono...
Carmilla: "Bello. É... decorativo?"
Campanellino: "Ma no, ma no. É un oggetto magico."
Lo guardo per capire se mi sta prendendo in giro. Non mi stupirebbe.
Campanellino: "Su, non essere diffidente. É un regalo importante, puoi credermi."
Lo rigiro fissandolo. Certo è un bell'oggettino.
Carmilla: "Ma come... funziona?"
Non che io creda agli oggetti magici, eh. Voglio solo vedere fin dove si spinge la fantasia di questo gatto megalomane.
Campanellino: "Dunque, quando il campanello suona vuol dire che sta per succederti qualcosa che non ti aspettavi. Solo che questo evento può essere una grande fortuna o una vera e propria catastrofe. Capito? Quindi pensaci bene prima di farlo suonare."
Carmilla: "Sì ma... C'è una cosa che non capisco... come faccio a distinguere i due casi, cioè come capisco quando si tratta di una fortuna o di una catastrofe?"
Il gatto nero sta raccogliendo le sue cose e sta per andarsene. Non che abbia giacca, guanti e cappello, ha solo il suo pelo. Ma è come se li avesse indossati.
Campanellino: "É questo il bello mia cara. Non lo puoi distinguere. E poi spesso la differenza sta tutta qui." Dice mentre con un unghia si tocca la fronte.
Carmilla: "No aspetta, non andare. Che vuol dire? Che quando lo farò suonare dovrò aspettarmi qualcosa di sorprendente ma non si sa se in positivo o in negativo?"
Campanellino: "Esatto. Solo che il tuo campanellino ha GIÁ suonato, ricordi? Addio Carmilla. Goditi il tuo regalo."

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