Monday, August 21, 2006

Perdere e ritrovare (parte seconda)

L’apparenza non è delle più “nobili” a dir la verità, ma non è decoroso indagare sulle alterne fortune degli antichi casati.

Conte Ian Potocki... questo nome non mi è nuovo.
Carmilla: “Ma sì!” esclamo soddisfatta “voi siete Potocki, quello che... “
Potocki: “Silenzio!!! Volete farci morire tutti?” Urla il conte provocando molto più trambusto di quello che intendeva evitare.
Potocki si guarda intorno concitatamente e poi dice imperioso “presto sotto il letto”
Carmilla: “e... perché?” mi azzardo a chiedere
Mi guarda con la compassione con cui si guardano gli inetti.
Potocki: “così non potranno trovarci”
Mi giro verso Ruthven e lo vedo con l’ala fare un gesto circolare al lato della sua testa; gesto che indica, convenzionalmente, cosa si pensa della sanità mentale di qualcuno dei presenti.
Mi mostro accondiscendente e mi infilo sotto il letto. Il conte fa un altro frenetico giro di perlustrazione poi mi raggiunge nel nostro discutibilmente impenetrabile rifugio.
Carmilla: “Signor Pot..”
Potocki: “Per carità! Non pronunci il mio nome”. Dice con voce strozzata.
Carmilla: “Chiedo scusa”. Ma la mia curiosità è troppo grande e mi arrischio a riprendere il discorso.
Carmilla: “Volevo solo sapere se voi siete QUEL Potocki”
Il suo sguardo diventa platealmente mesto. Ma non sta fingendo. Si sente davvero così.
Potocki: “Allora voi sapete? La mia triste fama mi ha preceduto... Troverò dunque mai pace?! Dice alzando gli occhi al cielo (o meglio alla rete ortopedica) e crollando il capo. Ora capisco perché avete urlato, ne avevate tutti i diritti.”
Carmilla: “Ma signore, io non vedo cosa ci sia di così spaventoso nella vostra opera, cioè si parla di fantasmi e demoni ma sempre in maniera abbastanza divertente. Non mi ha fatto paura.”
Interrompe la scena madre per guardarmi con diffidenza.
Potocki: “Ah, parlavate di quello”
Carmilla: “Beh, sì...”
Non capisco se è più sollevato o deluso.

Potocki: “Devo dire che è stato un bel colpo di fortuna, ritrovare un’opera così pregevole.”
Sorrido
Carmilla: “Signore io non parlerei di fortuna, ma del vostro straordinario talento e del vostro carisma.”
Potocki: “Che talento c’è nel trovare qualcosa che ha scritto un altro?”
Carmilla: “Ah ah, conte suvvia! Non vi facevo così burlone. In effetti leggendo i vostri racconti avrei dovuto immaginarlo.”
Potocki: “Persistete nell’errore? Scusate madame come si intitola l’opera di cui parlate?”
Carmilla: “Il manoscritto trovato a Saragozza. É il vostro capolavoro.”
Potocki: “Secondo voi se avessi scritto una raccolta di racconti l’avrei chiamata «il manoscritto trovato a Saragozza?»
Certo che no! L’avrei chiamato «il manoscritto scritto a Saragozza». O a Lione o a Varsavia. Non è difficile da comprendere vero?”
Carmilla: “Ma signor conte è chiaro che...”
Theo con la zampa mi dà un piccolo colpo come per dirmi di assecondarlo.
L’obiezione muore nella mia gola.
Carmilla (mugugnando): “certo, non fa una piega”.
Il conte impone di nuovo il silenzio, poi esce da sotto il letto brandendo il suo spadino.
Cerca febbrilmente dietro le tende, sotto le coperte, oltre la porta.
Ruthven gli si avvicina

Ruthven: “Conte Potocki, perdoni l’indiscrezione ma, esattamente, cosa ci minaccerebbe?”
Potocki: “I miei nemici caro compagno, i miei nemici. Mi inseguono senza tregua e finché sarete vicini a me sarete in pericolo anche voi.”
Ruthven: “E perché vi inseguono signore?”
Potocki: “Perché? Perché vogliono il mio tesoro!” Urla Potocki stringendo con la mano la chiavetta che gli pende dal collo.
Ruthven: “ehm, certo che domande... Comunque caro conte, a me sembra che la stanza sia sicura, forse possiamo far uscire gli altri dal nascondiglio.”
Potocki: “Credo che abbiate ragione, signore. Grazie dell’aiuto.”
Il conte si avvicina al letto
Potocki: “madame...” dice con galanteria mentre mi porge la mano per aiutarmi a riemergere. Forse è un conte per davvero.
Nel piegarsi verso di me gli scivola qualcosa dalla tasca, un piccolo oggetto metallico.
Lo raccolgo per ricambiare la sua gentilezza ma quando lo prendo in mano mi accorgo che si tratta del mio sole d’argento.

2 Comments:

Blogger castoro fotonico said...

Io me lo sentivo. Me lo sentivo e per scrupolo sono andato a controllare. Potocki è (era?) dei Pesci. Contessina, può cortesemente chiedergli l'ora di nascita? Sospetto ascendente Ariete.

12:01 PM  
Blogger Valeria Vitale said...

Ricorda solo che era una notte di luna piena. Ma propendo anch'io per l'ascendente ariete : )

2:59 AM  

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