Thursday, November 10, 2005

Shahryàr

Non so se sia stato l'intervento di Maometto II o quello di Balzofiore o se, molto più plausibilmente, non c'era poi questa folla di aspiranti. Fatto sta che mi hanno accettato al corso di lingua araba.

Riempio foglietti di asticelle e puntini. Linee sinuose che per Muriel diventano inevitabilmente faccine sorridenti o tristi. A volte con tre occhi, ma sempre faccine buffe.
Mi applico davvero. Ricopio con cura la lezione e guardo insoddisfatta il risultato. Già nella mia lingua non ho una bella grafia ma in arabo...
Al mio entusiasmo fa da necessario contraltare una generale freddezza che si spinge con Ruthven fino al sarcasmo molesto.
"Necessario" perché ci avrei giurato che sarebbero stati gelosi di qualcosa da cui si sentono esclusi. Ma potrò anche fare qualcosa fuori da questa casa, no?
Rientro contenta, ripeto mentalmente le paroline nuove che ho imparato oggi. Solo mentalmente, se no i ragazzi mi prendono in giro.

Davanti alla tv non c'è nessuno. Cos'è successo?
Ci sono pochi eventi che possono staccarli in massa da uno schermo che trasmetta immagini in movimento.
Ruthven si affaccia all'ingresso.
Ruthven: "sei arrivata giusto in tempo. Ma non metti il chador per andare a lezione?"
Carmilla: "lo sai che a volte sei davvero stupido? Sono arrivata in tempo per cosa?"
R: "per l'infinitesima puntata di "tra moglie e marito non mettere il dito""
C: "vuoi dire che sono qui? Cavolo! Ho di nuovo camera invasa di cuscini e narghilè?"
R: "oui madame"
C: "beh dai, almeno godiamoci lo spettacolo".

La mia camera da letto (ma perché con tante stanze che ci sono in questa casa proprio e soltanto la mia camera da letto?) si trasforma in questi casi in un teatro informale: il grande letto fa le veci di un palcoscenico, un'invisibile cortina di attesa, mistero, incanto diventa il sipario e noi siamo il pubblico silenzioso.
Cioé, più o meno...
Ovviamente avere davanti agli occhi un archetipo narrativo come Shahrazàd e il re Shahryàr non lascia indifferenti. Ma temo che giochi la sua parte anche la curiosità nell'ascoltare le loro beghe sentimentali che durano ormai da centinaia di anni.
E' straordinario come i loro litigi non abbiano perso di vigore.

Il re guarda a lungo Shahrazàd. Lei finge un'aria sottomessa ma basta uno sguardo per capire che la sua docilità è solo apparente.
Le scosta il velo dal volto.
Shahryàr: "Sei bella Shahrazàd perché hai deciso di morire?"
Shahrazàd: "Non mi ucciderai Shahryàr"
Shahryàr: "Osi contraddirmi? Ti ucciderò quando mi sarò stancato di te. E allora non mi fermerà la tua bellezza."
Shahrazàd "No signore ti fermerà la tua curiosità. Vorrai sentire ancora un'altra storia. Per sempre..."
Shahryàr: "Un giorno non avrai più storie da raccontare, Shahrazàd. Quel giorno ti ucciderò"
Shahrazàd "Quel giorno mi ucciderai mio signore"
Gli ha dato ragione, come fa spesso. Ma un sorriso velocissimo è passato sul suo volto. Noi lo abbiamo visto. Il re lo ha visto. Ma non può dire nulla.

Shahryàr: "Non cercare di sedurmi Shahrazàd, non ci riusciresti. Non cercare di farti amare. Non è possibile"

Ruthven mi infila il becco nell'orecchio e sussurra
R: "Che bisogno hanno di ripetersi ogni volta che non si amano e non si ameranno mai?"
C: "Ruthven mi sembra di aver dimostrato ampiamente che le dinamiche dell'amore e del non amore non mi sono ancora sufficientemente chiare"

Shahrazàd: "Non voglio sedurti. E non posso innamorarmi. Mi hanno strappato il cuore. Per questo non ho nulla da perdere. Per questo non m'importerà quando mi ucciderai. Così almeno ti ho impedito di uccidere una mia amica o una delle mie sorelle."

Il re la guarda con un po' di tenerezza.
Shahryàr: "sei stata avventata. Le pene d'amore guariscono. Avresti trovato facilmente un marito degno di te. E saresti stata felice."
Shahrazàd: "le vostre pene d'amore sono mai guarite?"

Teo mi dà di gomito e commenta
T: "sta esagerando"

Già. Shahryàr è visibilmente alterato. Non sopporta che qualcuno gli ricordi la storia della sua prima moglie. Certo anch'io se fossi un re e mia moglie mi tradisse con TUTTI i miei servi per un po' ce l'avrei con tutte le donne. Ma fare una carneficina non mi sembra comunque una bella reazione.

Shahrazàd: "forse che voi siete l'unico a poter soffrire per l'eternità?"
Shahryàr: Shahrazàd, stai esagerando.

Teo mi guarda come per dire "che ti avevo detto"?

Shahryàr: "chi ti ha dato il permesso di parlarmi in questa maniera. Anzi, chi ti ha dato il permesso di parlarmi?"
Ha proprio perso il controllo Shahryàr. E io che pensavo che dopo al morte gli angoli del carattere si smussassero...
Poi succede una cosa che nessuno si aspetta. Non so se è la prima volta in assoluto. Di certo è la prima volta per noi e ne siamo abbastanza scossi.

Shahrazàd si alza e dice
Shahrazàd: "se non posso parlare non ha senso che stia qui"
e se ne va.
Scompare, capite? E senza suo marito...

Ci guardiamo smarriti. E ora che succede?
Il re Shahryàr, per la prima volta, sembra accorgersi della nostra presenza. E' senza parole ma il suo sguardo è una muta richiesta d'aiuto. Anche lui non sa bene che fare...

0 Comments:

Post a Comment

<< Home